Amanti Di Bollywood Film Indiani Italiano
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(14) Cfr. M. Restelli, «Una rassegna di Bollywood su Rai 1. Ma perché la Rai massacra i film indiani?», in MilleOrienti, 12/07/2009, -ciclo-di-bollywood-su-rai-1-ma-perche-la-rai-massacra-i-film-indiani/
Il film ha aperto il nono Zimbabwe International Film Festival presso la Libertie Cinema Complex in Harare. Il film non ha ottenuto particolari riscontri ai box office indiani, ottenendo invece grandi riscontri nel mercato internazionale. Il film ha incassato in totale circa 1,409,499 dollari.[1]
' Storie di lussuria 'È un film antologico composto da quattro cortometraggi, ciascuno realizzato da un regista diverso. I quattro registi che si sono riuniti per questo progetto sono tra i più grandi nomi dell'industria cinematografica hindi: Karan Johar, Anurag kashyap , Zoya Akhtar e Dibakar Banerjee. Ogni storia tratta i desideri sessuali e romantici in una forma o nell'altra. Il primo film di Kashyap racconta la storia di una relazione sessuale che si forma tra un insegnante e uno studente. Mentre il primo lo considera nient'altro che soddisfare i propri bisogni di sesso, il secondo si innamora e crea un pasticcio dell'intera situazione. La seconda storia, di Banerjee, descrive un triangolo amoroso con tutte le complessità e le insicurezze che derivano dalla mezza età. Akhtar cattura le correnti sotterranee della sessualità nella terza storia girata interamente in un piccolo appartamento, dove una cameriera che ha una relazione sessuale appassionata con il proprietario della casa serve tè e spuntini ai genitori della sua fidanzata. Ultimo ma non meno importante, Johar esce dalla sua zona melodrammatica e racconta la storia dei desideri sessuali di una sposa appena sposata in una famiglia indiana conservatrice. Tutte e quattro le storie sono fresche, moderne e hanno peculiarità proprie. Il film mostra meravigliosamente come i registi indiani possano prosperare se le case di produzione ei distributori danno loro quel respiro.
Lo stesso Shah Rukh Khan ammette che questo è il suo miglior film fino ad oggi. È diventato un esperto nel ritrarre amanti unilaterali sullo schermo e questo film ne è solo una testimonianza. Segue Sunil che ama Anna e cerca di separarla dal suo amante. Successivamente, sceglie invece di aiutare i due a riunirsi. Pieno di molti colpi di scena e scene toccanti, 'Kabhi Haan Kabhi Naa' ha ricevuto elogi in particolare per il suo finale idealistico che ha visto Sunil incontrare un'altra ragazza e mostrare che alla fine tutto va bene.
Considerare 'Queen' solo come un film comico ne minerebbe grossolanamente la brillantezza sfumata. In tutta la sua gloriosa semplicità, si trova un commento incisivo e aspro sulla mentalità di innumerevoli uomini indiani che pensano che le loro mogli siano loro proprietà invece che un partner. Ma non è tutto ciò di cui parla il film. Riguarda anche l'amicizia, che non conosce confini e può accadere ovunque, con chiunque indipendentemente dalle differenze che potremmo condividere. Uno degli altri grandi aspetti del film è quanto sottilmente incoraggia l'uguaglianza razziale. Il film ruota attorno a una ragazza di nome Rani (alias la 'Regina' titolare) che parte per una luna di miele solitaria a Parigi dopo una rottura con il suo fidanzato e fa nuove conoscenze nella città del romanticismo. Non solo 'Queen' è stato un affare pluripremiato per Kangana Ranaut, ma ha anche ricevuto il plauso della critica per la sua performance rivoluzionaria.
Quando Bhuvan dice: ' Sarat Manjoor Hai ' senso ' Accetto la scommessa , La pelle d'oca che si ottiene non ha prezzo. 'Lagaan' è stato anche candidato alla candidatura ufficiale dell'India agli Oscar e da allora ha acquisito importanza culturale ed estetica, per quanto riguarda i film indiani. Il film è una saga immaginaria ambientata nel 1890, quando il Raj britannico era al suo apice in India e gli agricoltori erano oppressi con il doppio e il triplo Lagaan alias tasse, lasciandoli così in miseria. Bhuvan è un piccolo contadino nel villaggio di Champaner nel Gujarat, dove il capitano Russell ha decretato di raddoppiare le tasse nonostante la siccità. Bhuvan ei suoi compagni sono incuriositi da una partita di cricket e il capitano Russell li sfida a battere la sua squadra in una partita di cricket, dopodiché, se vincono, non dovranno pagare le tasse per i prossimi tre anni. In caso di perdita, dovrà triplicare la tassa. Bhuvan, con l'assistenza della sorella di Russell, Elizabeth, impara le corde, costruisce una squadra di cricket e sconfigge gli inglesi una volta per tutte. Un racconto trionfante che comprende emozioni, drammi, commedie e momenti tragici, 'Lagaan' è considerato uno dei più grandi film che l'India abbia mai prodotto.
Cosa c' è in un bacio? Il grande psicanalista Adam Phillips dice nel suo libro Sul bacio, il solletico e la noia che se baciarsi è un modo di far tacere le bocche degli amanti, bisognerebbe capire che cosa ci si dice baciandosi. Freud dice che il bacio è un sostituto, una perversione di un amplesso, ma che è l' unica perversione che accettiamo come normale. Oggi in realtà nella nostra cultura il bacio è talmente inflazionato che vuol dire ben poco, ha perso molto della perversione e del "plot" dell' apice di una storia (è sempre Phillips che sostiene che ogni bacio è una storia in miniatura). Non è così però dappertutto. In India il bacio è ancora considerato qualcosa molto vicino all' oscenità e in quanto tale è proibito in pubblico. Richard Gere, che ha baciato una famosa attrice indiana durante un festival a Bombay, è stato scagionato per il rotto della cuffia. E nei film di Bollywood le scene di baci sono evitate, accennate ma mai mostrate, ci sono avvicinamenti al bacio, ma poi passa una cascata di farfalle o di petali a nascondere il fatto. Sappiamo che l' eroina è stata baciata perché il suo punto rosso sulla fronte ha subito una svirgolatura. Un anno fa ho avuto la strana opportunità di cenare insieme a una famosa star di Bollywood, Nandana Sen, e al suo regista Ketan Mehta. L' occasione era il festival del cinema indiano "River to River" che la coraggiosa Selvaggia Velo organizza da dieci anni a Firenze. Quel pomeriggio era stato proiettato il film I colori della passione, una storia ambientata nell' India dei primi del Novecento, la storia del pittore Raya Varna, che per primo raffigurò gli dei e le dee nude. Nandana Sen incarnava la modella e amante preferita. A cena avevamo scherzato, dicendo che sarebbe stato bello fare un documentario sulla storia del "non -bacio" in India, un po' come Tornatore aveva fatto montando in Nuovo Cinema Paradiso i baci rubati al pubblico di Bagheria. Non mi sarei aspettato di essere preso sul serio, ma Nandana, che è una specie di Nicole Kidman del cinema indiano, una bellezza intelligentee colta (non per nullaè figlia del premio Nobel per l' economia Amartya Sen) ha raccolto la sfida e oggi a distanza di un anno mi trovo a scrivere con lei un soggetto sull' "indian kiss". Perché in India il bacio è considerato "osceno"? E per esempio non lo sono le scene molto erotiche di corteggiamento, di caduta nel fiume o nella fontana dell' eroina che puntualmente si infradicia al punto da mostrare generosamente le forme? Nandana mi spiega che intanto è solo nei film di Bollywood, nei film cantati e ballati (che costituiscono la maggior parte della produzione indiana: 6000 film all' annoe 14 milioni di spettatori al giorno) che il bacio è disdicevole. Forse perché Bollywood è la continuazione del teatro tradizionale dove le parti femminili erano impersonate da uomini. E poi mi racconta che per le attrici di Bollywood la domanda d' obbligo nei rotocalchi non è come per le nostre star, «Lei farebbe scene di nudo?», ma «Lei bacerebbe?» a cui puntualmente le star rispondono «Assolutamente no!». Nandana mi guarda da dietro i suoi occhiali, scusandosi di portarli, come se potessero levare qualcosa alla sua bellezza devastante da 43enne che ne dimostra venticinque, aggiunge che però la proibizione del bacio ha creato intorno a esso un' aura potente e ha consentito di costruire una sensualità per allusioni e accenni che è molto più struggente della più sboccata scena erotica. Lei alterna film impegnati (I colori della passione non è ancora uscito in India perché investe un tema molto scottante, quello del nuovo fondamentalismo indù) e film di Bollywood, è l' eroina di un Prince che è il remake di Matrix per le folle indiane, e sa soprattutto, essendo cresciuta tra New York e Bombay, cosa significa spiegare a un pubblico non indiano le stranezze dell' India. La sfida che il bacio indiano ci pone è proprio questa: come raccontare che la sessualità, l' erotismo, la seduzione non hanno caratteri universali, ma declinazioni geografiche, il pudore e le infrazioni a esso, il desiderio e le sue rappresentazioni cambiano di paese in paese. Visto che l' India è un grande paese emergente, forse è interessante capire che Bollywood non è Hollywood e che quindi la maniera di baciare a Hollywood non ha poi colonizzato quella di baciare a Bombay. Ci sono scene magnifiche di film indiani - tra tutti Om Shanti Om, uno sfottò dell' industria di Bollywood a se stessa - dove il protagonista, povero e idealista, si innamora di una grande star e sogna di poterla abbracciare, ma lo potrà davvero fare dopo essere morto ed essersi reincarnato. Non la bacia, ma la bacia in realtà dappertutto tranne che lì. E ci sono altri film in cui una ragazza attraversa un ruscello e la gonna le si alza lentamente per la durata di tre o quattro minuti, un upgrading che dà il batticuore anche se poi la posizione raggiunta sarà solo il ginocchio. Insomma con Nandana abbiamo deciso di chiamare il progetto "Un' altra maniera di baciare". Lei è entusiasta, prende appunti, come una che ha un Phd a Boston, scrive decine di pagine e vuole assolutamente intervistare le grandi star del cinema indiano da Sharmila Tagore, eroina dei film di Satyajit Rai, alla Miss Mondo, Aswarai Raj, al famosissimo Bachchan al bel Shah Rukh Khan. Io la guardo stupito che un' idea così balzana sia stata presa sul serio. Adesso occorre andare avanti, magari trovare i soldi per farla diventare vera, e soprattutto darle una dimensione divertente e intrigante dove sia la gente che va al cinema nelle grandi sale di Calcutta e Bombay a parlare, a spiegare, ai nostri pubblici perché la loro sensibilità è diversa dalla nostra. Insomma vorremmo traghettare un po' dello spirito indiano in Europa senza avere un tipico sguardo eurocentrico che tratta le stranezze altrui come esotismi da sottosviluppati, e allo stesso tempo approfittare del "bacio rubato" in India per raccontare quello che i baci dicono senza dirlo, le domande che fanno, la domanda fondamentale di Cressida nel Troilo e Cressida di Shakespeare: «Nel bacio chi è che prende e chi è che da?». 2b1af7f3a8